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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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Della divinazione, II, 29
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originale
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29 Et certe si est in extis aliqua vis quae declaret futura, necesse est eam aut cum rerum natura esse coniunctam aut conformari quodam modo numine deorum vique divina. Cum rerum natura, tanta tamque praeclara, in omnes partes motusque diffusa, quid habere potest commune non dicam gallinaceum fel (sunt enim qui vel argutissima haec exta esse dicant), sed tauri opimi iecur aut cor aut pulmo quid habet naturale, quod declarare possit quid futurum sit?
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traduzione
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29 E certamente, se nelle viscere c'? qualche potere che sia in grado di rivelarci il futuro, questo potere dev'essere necessariamente collegato con la natura, o determinato in qualche modo dalla volont? degli d?i e da una forza divina . Ma con la natura, cos? immensa e splendida, che pervade tutto l'universo e ne regola tutti i movimenti, che cosa pu? avere in comune non dico il fiele di un pollo (eppure non manca chi dice che i fegati dei polli forniscono i presagi pi? ingegnosi!), - ma il fegato o il cuore o il polmone di un toro ben pasciuto che cos'ha di congiunto con la natura, s? da poter indicare il futuro?'
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